Con gli occhi di turista

Ogni volta, oggigiorno, scendere a Roma diventa per me una missione impossibile, e nel contesto di nausea per la routine, la città si aggiunge mostrando il suo lato peggiore, il lato peggiore di una grande metropoli: i disagi, le inefficienze, il traffico…

Non mi piacciono le grandi città affollate e frenetiche, e Roma lo è.

La gente corre, ha fretta, è distratta, è come se avesse qualcosa dentro che le chiedesse in ogni momento una «toccata e fuga», di essere rapida, e di arrivare all’obiettivo a tutti i costi.

A Roma non c’è e non ci può essere convivialità per le strade, occorrono luoghi specifici, luoghi che sono delimitati da un perimetro ben prestabilito: quattro mura di un bar, una staccionata di un giardino pubblico, ma per le strada si è soli in mezzo a tanta gente.

Frequento Roma per lavoro principalmente, e lì non c’è verde, e non c’è fresco d’estate nemmeno all’ombra! Nell’arco della mia giornata tipica, passate le mie 9 ore in ufficio, me ne restano 2 o 3 da trascorrere in mezzo al traffico.

Durante il WeekEnd, fuggo da questi luoghi, preferendo di gran lunga le passeggiate in collina, in montagna, tra i boschi.

Ma era da molto che non scendevo lì, nella Città Eterna, con l’occhio da turista: l’ultima volta sarà capitato quasi 15/20 anni fa?! Non ne ho memoria, ma stimo che questo sia l’ordine di grandezza.

L’ho vissuta molto in età adolescenziale, interessato a tutt’altro che alla storia, all’architettura e all’arte, anche se ho da sempre riconosciuto la sua bellezza, e per questo l’ho ammirata e rispettata.

Il caso ha voluto, però, proprio in questi giorni, che mia figlia abbia colto il suggerimento del Maestro P. e abbia così espresso il desiderio di vedere il Colosseo.

Perché non approfittare allora di quella opportunità, e ripercorrere con maturità quei luoghi che molto spesso, per noi nativi, sembrano, più che familiari, scontati, oserei dire?

Ottima idea, quindi, quella di scendere per una passeggiata con il fresco (relativo) del tardo pomeriggio in compagnia della famiglia, di scarpe comode, dell’attrezzatura fotografica e di Manfrotto.

Itinerario? Quello classico, quello che segue, con qualche variante, la direttrice di «Via del Corso»:

  • Piazza del Popolo e le chiese gemelle,
  • Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti,
  • Fontana di Trevi,
  • Pantheon,
  • Chiesa Sant’Ignazio di Loyola,
  • Piazza Venezia e il Vittoriano,
  • Fori imperiali,
  • Colosseo e Arco di Costantino.
Piazza del Popolo
Chiese gemelle – «Sorelle, Gemelle… eterozigote!»
Scalinata di Trinità dei Monti
Fontana di Trevi – «Tra Abbondanza e Salute c’è di mezzo l’Oceano»
Chiesa Sant’Ignazio di Loyola
Vittoriano – «Oh Cavaliere audace che torni vittorioso dalla guerra, ricordati che sei pur sempre un Uomo!»
Colosseo – «Cosa t’hanno fatto! Tu che ne hai viste tante, qual veduta puoi, tu, oggi, raccontare?»
Arco di Costantino – «Fermo, Immobile, Eterno, a contemplar la Luna»

Stupenda Roma a quell’ora, quando, al tramonto, il bianco dei marmi e del travertino diventa gradualmente rosa, e quando la città lascia completamente la sua natura diurna per vestire i colori della notte.

Come è facile a volte cambiare opinione, solo per aver cambiato «punto di vista»!

Giornata memorabile, a Roma, chi l’avrebbe mai detto!