Incantevoli «Mondi» Simbruini

In questo fine settimana estivo, mi sono recato presso le “Alpi Romane” nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

Ho effettuato un percorso ad anello da Campo dell’Osso, seguendo prima il sentiero 651 fino a Monte Autore, e poi tornando indietro per il 673c. (Passaggi: Monna dell’Orso, Cesa Zoppa, Le Vedute)

Già dall’inizio sembra di calarsi in un sogno: parcheggiare ed immergermi nella fresca foresta di Faggi è stato come entrare in un «Mondo» incantato.

Il percorso è stato da subito un piacevole ristoro per il corpo dal caldo estivo di questi giorni; esso si sviluppa principalmente in ombra, nella foresta, e solo in alcuni tratti il bosco si apre dolcemente per mostrare come le cime degli alberi tocchino il cielo.

Questo luogo magico non offre soltanto questo, perché, solamente proseguendo, la Natura mostra tutta la sua bellezza, a pochi chilometri da Roma.

Il sentiero, che si snoda sulla cresta della montagna fino alla cima di Monte Autore (vetta più alta della provincia di Roma), pur rimanendo a tratti all’ombra sul confine della foresta da un lato, si espone, dall’altro, ad un belvedere fantastico: la montagna, da questo lato, cade velocemente verso il basso in direzione di Vallepietra.

In questa parte di sentiero, sono due gli elementi che la fanno da padrone: il Silenzio, quando il vento smette di giocare con la vegetazione; e le rondini che, se da un lato volano raso terra tra l’erba e le rocce, dall’altro sembrano facciano salti verso la profondità della gola verdeggiante.

Entusiasta di quanto visto fino ad allora, mi sono incamminato per la via del ritorno, ignaro delle altre bellezze che mi avrebbe riservato quel luogo incantato: nel silenzio della foresta si udivano campanacci che da lì a poco avrebbero preannunciato qualcosa di insolito, non solo Mucche, Vitelli e Tori al pascolo, ma anche mandrie di Cavalli allo stato brado.

Quella che mi è stata fornita dalla natura di quel luogo come ultima sorpresa, come ciliegina sulla torta o meglio, oserei dire… : nelle zone dove il bosco si apre, all’ombra dei grandi alberi isolati, sul prato tra i crochi, avevano trovato la loro dimora piccoli cespugli di fragoline selvatiche.

Il Tempo, piuttosto nuvoloso, ha reso il tutto ancora più magico e misteriosamente piacevole, d’altro canto dal meteo dei Monti «Sub imbribus» (Sotto le piogge) ci si sarebbe potuto aspettare, scherzosamente, di peggio!

Monte Autore – 1854 slm