Prendersi una Pausa

Era da molto tempo che non mi accadeva.

È ormai qualche mese, infatti, che non riesco più a scattare una fotografia, una che possa reputare una buona fotografia.

Mi sforzo di indagare sulle origini di questo blocco; ma poi, improvvisamente, mi tornano alla memoria fasi di vita passata, in cui mi sono già trovato, in qualche modo, in questa condizione di stallo.

All’epoca in cui mi succedeva più spesso, avevo sviluppato sulla questione una piccola teoria che riscontrava nel corso degli eventi una sorta di ciclicità, e che ora potrebbe tornarmi utile

Queste che banalmente si possono chiamare Fasi, io le chiamavo Anno: non tanto per indicare la durata esatta di un anno, ma per assegnare loro un nome proprio che intendesse un limite finito di tempo ragionevolmente lungo oltre il quale mi sarei aspettato un radicale ed evidente cambiamento.

La mia teoria, senza alcun fondamento scientifico, se non quello basato sull’analisi dei miei dati personali, riteneva che la vita mi costringesse a fare ciclicamente delle scelte sulle più disparate sfere dell’essere individuo: sulla dedizione al Corpo, poi alla Mente, poi all’Arte, e così via… per poi ripetersi, anche non nella stessa sequenza, secondo esigenze dettate dall’equilibrio del vivere.

Così mi trovo, di fatto oggi, in un Anno in cui sembra non trovi spazio il genio artistico che utilizza la Fotografia per esprimersi: non sono sufficientemente concentrato, o ispirato e non mi sento all’altezza dei miei ultimi scatti.

Impegnarsi per trovare una spiegazione razionale, la vedo un’opera titanica in cui il rischio di trovarmi perso nel labirintico Me, è cosa, se non certa, altamente probabile.

Così decido di fermarmi, mettere un punto, e Prendermi una Pausa: pianto la mia piccola bandierina, metto un segnaposto sulla questione, e vado avanti per un’altra strada, chiedendomi cosa sarà stavolta: Anno del Corpo? Anno della Mente? o Anno di qualcos’altro?

Il fatto è che, per capirlo, dovrò mettere prima un po’ di ordine Fuori, e solo poi riordinare Dentro.

Sento che l’età avanza e ne ho evidenza dalla presenza di qualche acciacco stagionale in più che si fa sentire. Tutto questo mi distrae ulteriormente dalla fotografia, ma non per questo la sento lontana, anzi… Ci cerchiamo, ci rincorriamo, senza però riuscirci a trovare pienamente.

Così, cerco qualche distrazione. Il che mi fa immaginare che sarà probabilmente un Anno dedicato al Corpo/Mente e, non a caso, ho fatto dei piccoli investimenti su nuove attrezzature sportive perché avevo l’esigenza di rinnovarmi.

Ho comprato dei nuovi bastoncini da trekking, una torcia frontale per escursioni notturne, un orologio da outdoor per programmare i miei allenamenti e le mie escursioni, una sacca porta liquidi. Infine, ma per ora è solo un idea vaga nel mio cervello, ho il progetto – ancora in fase di studio – di rendere le mie uscite sempre più energeticamente autonome, e ciò mi orienterà al probabile acquisto di un pannello solare da zaino.

Questa visione futura di me, mi rendo conto che mi porterà ad assomigliare sempre più alla goffa vecchietta del film «Labyrinth» con la schiena ricoperta da una montagna di cianfrusaglie, piuttosto che ad un esploratore/escursionista.

Vabbè! Non me ne vogliate, anche questo sono io, disinteressato del look, e maniaco dell’efficienza e dell’autosufficienza.

Poi nei miei pensieri, fonte di ulteriori distrazioni, c’è sicuramente il restyling del mio archivio fotografico/artistico, che ha bisogno di essere potenziato sotto l’aspetto della rintracciabilità e della fruibilità delle singole opere. Con questo mi riferisco non semplicemente ai RAW, ma anche alle composizioni derivate.

Le mete da raggiungere sono chiare, ma è il Come che spesso è confuso e vago. Ho bisogno di tempo, e la vita mi sta costringendo a prendermelo.

Non so se questa strada mi riporterà a stretto giro a tornare a scattare fotografie e presentarvi le mie visioni, ma, la cosa certa è mi troverete sempre lì dove mi avete lasciato: in mezzo alla Natura.