Il sentiero delle Opportunità

Sentiero 501 – Parco Regionale Castelli Romani

II sentiero 501 inizia dalla strada soprastante il Parco dell’Ombrellino, quella che porta a Villa Falconieri.

Questo sentiero ne costeggia le mura per una gran parte, e proprio questo tratto, così particolare ai miei occhi, mi porta a definirlo «Sentiero delle Opportunità».

Lungo il suo tracciato infatti compaiono spesso porte, cancelli e aperture nelle mura che consentono allo spirito interiore del viaggiatore, che ne percorre la via, di vedere o intravedere cosa c’è realmente o cosa voglia immaginare.

Già dai primi passi ci si presenta di fronte un ingresso, forse secondario ma non per questo meno evidente, costituito da un cancello in ferro pesante, ma non per questo meno elegante, alto più di 4 metri e largo non meno di 3, il quale con la sua maestosità vorrebbe offrirci l’opportunità di passaggio se non fosse che, per la sua duratura e permanente chiusura, una quercia secolare non abbia messo le proprie radici nelle sue immediate vicinanze. Ora la quercia lo sovrasta e il cancello sembra aver perso il suo naturale scopo di passaggio per divenire finestra d’opportunità nel mostrare o celare questa magnifica struttura naturale.

Oltrepassato poi l’attuale ingresso principale, a mio avviso, meno formale del primo, si entra nel vivo del «Sentiero delle Opportunità».

Questo che vi sto descrivendo è il primo tratto del sentiero che passa attraverso il bosco in una zona completamente in ombra.

La sua particolarità è che da un lato del sentiero, le mura, anche se parzialmente integre, delimitano il perimetro della villa, lasciandone intravedere le bellezze tramite questi cancelli e queste occasionali aperture; dall’altro lato i cancelli ancora chiusi, sorretti dalle sole colonne portanti non più collegate tra loro da recinzioni, continuano a difendere antiche proprietà ormai decadenti, ma l’assenza di solide difese perimetrali ne vanifica lo scopo permettendo il libero passaggio negli stessi poderi. Risulta strano vedere quei cancelli ancora così eleganti e così ben realizzati senza mura di connessione, e la fantasia spesso lascia immaginare la parte mancante.

Perché «Sentiero delle Opportunità»? Perché ogni porta, aperta o chiusa che sia, mi piace pensare lasci una speranza o l’effettiva realtà di poter vedere quello che si vede, quello che si desidera vedere, o quello a cui si aspira.

Il sentiero è in ombra, fresco ed è piacevole l’odore della natura.

I sassi di cui sono costituite queste mura spesso collaborano con gli elementi naturali nella composizione di giochi non solo di colore, ma anche geometrici di luce e ombra.

Il sentiero poi si interrompe in una piazzola dove primeggia una cappella della Madonna, e riparte aprendosi costeggiando da un lato il Residence Pratoni Belvedere, il cui nome preannuncia il panorama visibile.

Anche in questo tratto ci sono cancelli, di altra natura e di altra epoca, ma comunque accomunati dalla stessa forma stilistica: la mancanza di recinzioni lascia al cancello la vana opportunità di assolvere al proprio compito di difesa, protezione e accesso obbligato.

Proseguendo si accede di nuovo al sentiero naturale che sale verso Monte Tuscolo passando vicino all’eremo dei Camaldolesi.

Ci si lascia alle spalle l’epoca rinascimentale frascatana e si sale su per il sentiero verso un’epoca ancora più remota, quella dell’antica Roma.

Il sentiero, nel momento in cui sto scrivendo, ahimé, non entra più nel bosco propriamente detto, poiché concessioni comunali hanno permesso il taglio dei castagni più vecchi e più numerosi lasciando spazio a quelli più esili e giovani. Nelle prime ore del giorno è possibile ancora trovare, dal sole, riparo che man mano va scemando più ci si avvicina al mezzodì e alle ore pomeridiane.

Proseguendo, la natura sembra a tratti invadente e prepotente, forse a voler dimostrare ed affermare la propria supremazia difronte alla piccola deforestazione praticata; a parte questo piccolo – e spero momentaneo – mancamento, Il sentiero risulta piacevole in tutte le stagioni.

Pur uscendo in solitaria non ci si trova mai completamente soli: si possono incontrare altri viaggiatori alla ricerca di benessere interiore o alla ricerca di benessere fisico; il vento è compagno abituale, soprattutto in inverno e in autunno, e poi non possono mancare accompagnamenti musicali di canti di uccelli e sottofondi di insetti.

Due, infine, sono le opportunità che si possono ricavare dall’ultimo tratto del sentiero: la visione dell’Anfiteatro Romano e non solo (in uno scavo archeologico in continua evoluzione), e poco più su, la vista del panorama circostante che abbraccia gran parte di Roma e dei Castelli Romani.