Un incontro speciale

[Manuel Cavalieri]

Sabato scorso sono uscito presto al mattino per percorrere un sentiero a me caro, cercando di raggiungere nell’ora giusta il punto giusto per scattare qualche foto.

In queste uscite porto sempre con me tutta l’attrezzatura fotografica (consapevole di non utilizzarla tutta) per due motivi: il primo di carattere sportivo/salutare, ovvero portare qualche peso in più per svolgere attività fisica, e rinvigorire il corpo dopo una settimana di sedentarietà; e il secondo di carattere prettamente tecnico/fotografico, ovvero portare con me l’occorrente utile per cercare un buono scatto, e ogni scatto è buono se si è capaci di cogliere il momento, il momento di luce che non tornerà, e di cui non mi sarà concessa una seconda opportunità.

Raggiungo in macchina Rocca di Papa, e mi inoltro nel bosco cupo e silenzioso intorno alle 6:30.

Un buio così non me lo aspettavo, fortunatamente avevo con me una torcia, anche se riusciva a malapena ad illuminare pochi metri più in là dei miei passi.

Poco più avanti, quando la strada battuta incontra la via sacra, ho sentito in lontananza suoni di passi e respiro d’atleta – un attimo di esitazione – poi tranquillizzato ho pensato di non essere più solo.
Ho raggiunto il punto panoramico dei due laghi verso le 6:45, quando il sole si affaccia timido tra le nostre montagne/colline.

Faccio qualche scatto, e da lì a poco, dal buio del bosco, vedo uscire lui: abbigliamento tecnico, zainetto compatto, corpo asciutto e scolpito: provo grande ammirazioni per queste persone dalla grande forza di volontà.

Anche lui si sofferma un attimo ad ammirare il panorama, compiaciuto, forse dello spettacolo di fronte ai suoi occhi, forse dei risultati ottenuti raggiungendo quel luogo, o forse per entrambe le cose.

Sincronizza l’orologio, mi saluta, e di nuovo scompare nella ormai penombra del bosco.